Milano 27 Gennaio 2009 – Questa crisi ha visto misure che hanno pesantemente colpito l’occupazione, con molti licenziamenti sia a livello di forza lavoro che, anche se in misura proporzionalmente inferiore, di management.
Circa 5000 dirigenti hanno perso il posto di lavoro in Lombardia e circa 8000 in Italia. Senza entrare nel merito delle scelte di ogni singola azienda, che andrebbero comunque valutate nella loro complessità, Michele Cimino, Presidente di ADICO, l’Associazione che riunisce i direttori commerciali, marketing e vendite italiani, intervistato dai blogger di www.bemarketer.it auspica una pesante autocritica della categoria che deve produrre un forte impegno per il 2010 per evitare nuovi tagli.
“Il nostro sistema paese – esordisce il presidente di ADICO, – ha bisogno di forze con rinnovata energia, di idee nuove e di soluzioni originali. I manager delle aziende sono in grado di dare questo nuovo contributo? Bisogna smettere di recriminare e bisogna alzare la testa e guardare avanti. Bisogna trovare un nuovo posizionamento manageriale sia nelle grandi aziende ma soprattutto nelle PMI che sono il cuore della nostra economia.
“I momenti di depressione economica esistono ed esisteranno sempre – continua Cimino incalzato dai blogger di www.bemarketer.it - Proprio perché questo è un momento particolarmente difficile alle aziende servono dei “ leader” coraggiosi che, se non sono riusciti a percepire in anticipo l’imponderabile, si attivino però nel traghettare la propria azienda fuori da questa crisi. Non si può combattere una crisi nel 2010 con idee e metodi vecchi di una generazione. I giovani non hanno spazio e forse non sono pronti, i manager pensano troppo al passato e meno al futuro. Le idee e le nuove soluzioni sono considerate “pericolose”. Ancora troppe riunioni per andare avanti quando la variabile “ tempo” è un argomento decisivo”.
“Sono preoccupato per la quantità di manager rassegnati , tristi e poco aperti alle innovazioni tecnologiche, chiavi di volta del futuro aziendale. Le aziende hanno bisogno di essere guidate con entusiasmo e convincimento. L’inerzia manageriale - continua Michele Cimino - non è ammissibile in questo periodo storico. Dirigenti che ricordano allenatori di calcio che preferiscono “prendere i pugni” non vanno bene. Vanno sostituiti. Questa crisi ha bisogno di manager che sferrino colpi, che siano brillanti e che abbiano tanta voglia di combattere senza fermarsi di fronte alle grosse difficoltà di oggi.
“Eppoi - conclude Cimino- basta ai benefit personali se non si producono risultati”. E comunque lo stipendio di un manager dovrebbe intende compreso il generare risultati positivi.