ADICO, l’Associazione italiana per il marketing le vendite e la comunicazione (www.adico.it), ha svolto un’indagine su 412 marketing manager, per capire usi e comportamenti dei professionisti che decidono le strategie di mercato delle nostre aziende, rispetto ai social network. E tra i risultati anche qualche piccola sorpresa…
Facebook ha appena tagliato il traguardo 500 milioni di “amici”, Linkedin ha oltre 70 milioni di utenti. Secondo una recente indagine Eurispes sono utenti attivi di Facebook il 44,2% degli italiani maggiorenni e solo l’1% dichiara di non conoscere alcun social network. Poi ci sono tutti gli altri come Twitter, Xing e via così fino a Flickr, YouTube e Messenger dove la definizione “social-network” assume un significato più diluito rispetto all’enorme metamorfosi fenomenologia che è in corso e all’uso quotidiano che di essi viene fatto.
E’evidente che il fenomeno social network non può lasciare indifferente il sistema delle imprese, sia a livello mondiale che italiano. Se non’altro perché gli stessi “utilizzatori” occupano poi, nella vita lavorativa, le più svariate e ampie posizioni professionali.
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ADICO, l’Associazione italiana per il marketing le vendite e la comunicazione (www.adico.it), attiva dal 1964, ha svolto un’indagine, ovviamente “on line” , cui hanno risposto 412 marketing manager, per capire usi e comportamenti dei professionisti che decidono le strategie di mercato delle nostre aziende, rispetto ai social network.
Nella classifica di quelli utilizzati con maggiore frequenza dai manager vi è un testa a testa tra Facebook, con il 38,5% delle preferenze e Linkedin con il 37,4%. Da considerare però che la domanda prevedeva una “ preferenza secca” (domanda: ”Quale usi con maggiore frequenza?”). E’ evidente che nell’uso quotidiano entrambi possono essere utilizzati contemporaneamente. Bassissimo invece Twitter, che spopola all’estero, ma che in Italia è dato come preferito dall’1,1% degli intervistati.
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Social-network buoni anche per vendere prodotti? Si, per 7 manager su 10. Ma poi, 6 su 10 ammettono di non utilizzarli nelle proprie strategie di marketing. Semmai per cambiare lavoro (38%)…
Il 45,5% degli intervistati è convinto che Facebook, Linkedin & co. siano uno strumento di marketing “adeguatamente efficace”, mentre per il 22,7% è addirittura convinto che sia “molto efficace”. Il 20,9% ritiene che saranno “efficaci nel prossimo futuro”, mentre i dubbiosi, quelli cioè che lo considerano “poco efficace” sono il 10,9%.
Da sottolineare il dato secondo cui nessuno (0%) li considera “per nulla efficaci”
Però poi alla domanda “Li utilizzi oggi nelle tue campagne di marketing o per ampliare ilo tuo network commerciale?” il 42% degli intervistati dichiara di utilizzarli “poco” e il 22% “per nulla”.
Cioè, così come 7 manager su 10 li definiscono efficaci per il marketing, poi nel concreto 6 su 10 oggi non li utilizza ancora nelle proprie attività e strategie aziendali.
Semmai il social-network, a livello professionale, viene piuttosto utilizzato per verificare nuove opportunità professionali. Alla domanda: “Possono essere utili alla tua carriera professionale o per cercare un nuovo lavoro?” il 38% degli intervistati ha dichiarato che li utilizza per le ricerche di lavoro. Il 17% dichiara poi che è anche riuscito ad ottenere di “fare un colloquio” di lavoro attraverso i social-network.
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Contatti, amici (40%) e passatempo (17%) per 1-2 ore al giorno(80% ): così il social-network nella giornata del manager. Il 40% si collega dall’ufficio. Quanti non li sanno utilizzare? Nessuno (0%)
Andando poi ad indagare nelle abitudini quotidiane del manager, dall’indagine si evince come il 40% utilizza principalmente i social-network per “ricercare contatti o fare networking personale”, il 17% prevalentemente “come passatempo”, il 7,5% come scopo principale per “ritrovare vecchi amici e compagni di scuola”, “acquisire informazioni personali” (5%), “farsi un’idea su interlocutori che si stanno per incontrare” (5%).
A fronte di ciò 1 manager su 2 (55%) ritiene di “padroneggiare discretamente” i social-network, il 22% ritiene di averne una “conoscenza basica”. Ma anche in questo caso il dato significativo è che nessuno (0%) degli intervistati dichiara di non saperli usare.
Per quanto riguarda la durata il 60% degli intervistati ha dichiarato di “collegarsi” per “meno di un’ora al giorno”, il 25% per “meno di 2 ore al giorno” e il 5,6% da “3 a 5 ore al giorno”.
Ciò accade prevalentemente dall’ufficio, per il 41% degli intervistati, o da casa per il 35,5%
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Pericolosi per la privacy aziendale? Ma va là… Ma poi 1 su 2 li vuole proibire in azienda.
Oltre il 70% degli intervistati valuta in generale i social-network un “fenomeno positivo” (56%) se non addirittura “molto positivo” (17,5%). Il 20% risponde in senso affermativo, ma con riserva (“poco”) e solo l’1,8% li ritiene un fenomeno negativo.
Conseguenza di ciò è che il nostro marketing manager è convinto che “se usati con accortezza i social network non sono una minaccia per la privacy aziendale” (72,4%), cui si aggiunge un 7% degli intervistati che risponde che in assoluto “non sono una minaccia” per la segretezza dei dati. Solo il 17% degli intervistati li percepisce come una minaccia.
Ma tale atteggiamento mal si concilia con l’atteggiamento quotidiano. Malgrado 4 manager su 5 (si veda sopra) dichiara di collegarsi 1-2 ore al giorno, e il 40% degli stessi proprio dall’ufficio, alla domanda: “Sei d’accordo all’inibizione dei social-network durante l’orario di lavoro?” 1 su 2 è “d’accordo” (38%)/“assolutamente d’accordo” (8%). All’opposto il 21% ha dichiarato di “non essere d’accoro” o “poco d’accordo” (30%).
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Ma attenzione al capo voyeur: 1 manager su 3 li usa per “spiare” il collega. Michele Cimino (ADICO): “Pessima abitudine, purtroppo diffusa”
Infine agli intervistati è stata posta la domanda se utilizzano i social-network per “monitorare” colleghi o dipendenti. Il 68% dichiara: ”Giammai!”. Affermazione alla quale non crede molto il Presidente di ADICO, Michele Cimino
“Io ritengo, sulla base della mia esperienza quotidiana, che molti colleghi utilizzino specifici social-network nella corretta maniera per annotare il profilo professionale di un collega o di un candidato. Ma poi tramite altri, peraltro i più frequentati, in molti, temo, in un modo o nell’altro, vanno a sbirciare le pagine personali, dove di frequente il o la professionista si racconta attraverso il tempo libero, la famiglia, gli amici e comunque è ritratto in situazioni personali. Ma che tali devono rimanere! – sottolinea Michele Cimino - Secondo me questi elementi, ottenuti guardando dal buco della serratura, non devono interferire nella valutazione personale del collega, del dipendente o del candidato. Eppure, non nascondiamoci dietro ad un dito, ciò accade e, non così di rado. Una foto delle vacanze, un brano musicale od una frase, contribuiscono a creare un’impressione od un giudizio, ricavato senza alcun titolo su elementi della vita privata e, oltretutto, secondo propri personali standard. Una pessima abitudine…”
Pessima abitudine, che al di là dell’opinione del decano dei marketing manager, si rivela anche nei risultati dell’indagine laddove rispetto alla domanda “Li utilizzi per monitorare colleghi/dipendenti?” il 20% ammette: “Si, ma poco”, il 7% “Si, ogni tanto” e il 5% dichiara “Si, spesso”. Che tutti assieme fanno un buon 30%… 1 su 3.
Guarda il video (ANSA):
http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/economia/2010/08/10/visualizza_new.html_1879859251.html
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Ufficio Stampa ADICO
Davide Ciliberti
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