Milano 15 giugno 2011 – Questo è il dato certamente più sorprendente dell’indagine WIN-Gallup International, il più grande e storico network di istituti di ricerca indipendenti, il cui membro per l’Italia è Doxa, che tra l’11 maggio e il 2 giugno 2011 ha intervistato un campione di oltre 21.000 individui in 25 paesi di tutto il mondo, dai più grandi come Cina, India e USA ai più piccoli come l’Islanda.
Infatti alla domanda: “La persona uccisa è davvero Osama bin Laden?” solo il 53% degli intervistati ha risposto convintamene “si”, mentre il 23% ha optato per il “no”. I restanti si dividono tra quelli che hanno preferito non rispondere (23%) e quelli che “non sanno nulla della vicenda” (2%).
E anche in Italia le risposte si allineano al dato internazionale: il 51% degli italiani è convinto che bin Laden sia morto, mentre il 21% – cioè 1 italiano su 5! – ritiene che la persona uccisa non sia lui.
In Italia l’indagine è stata condotta da Doxa tra il 12 e il 15 maggio 2011 con 1000 interviste telefoniche rivolte ad un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana di età di 15 anni ed oltre.
Interessante il dato del Pakistan dove solo il 25% ritiene che sia morto, mentre il 48% ritiene che sia ancora vivo. In India il 46% ritiene che la persona uccisa fosse l’”emiro del male”, il 24% invece è di opinione contraria e – anche in questo caso il dato è interessante – il 5% non sa della vicenda.
Nel mondo il 39% favorevole all’uccisione,
mentre l’Italia guida la classifica di quelli che preferivano l’arresto (45%)
Per quanto riguarda l’opportunità dell’azione condotta dagli americani l’opinione mondiale si dichiara largamente favorevole (91%). Tra questi poi si evidenzia come il 39% sia stato “favorevole all’uccisione”, il 15% si dichiarano “favorevoli all’uccisione ma non al modo in cui è avvenuta”, mentre il 27% avrebbe preferito ”l’arresto ma non l’uccisione”. Quest’ultima ipotesi è quelle che invece accomuna più italiani: favorevoli all’arresto si dichiarano il 45% dei nostri connazionali che, insieme a quello del Giappone (54%) rappresentano il dato più altro tra tutti gli stati coinvolti nell’indagine.
Negli USA ovviamente il numero di coloro che sono d’accordo con l’uccisione nel modo come è avvenuta è il più elevato nel mondo (61%), mentre il più basso spetta al Pakistan (7%) paese nel quale il 33% degli intervistati, pur essendo d’accordo nell’”eliminazione” di bin Laden avrebbe preferito che la cosa fosse avvenuta con diverse modalità.
Come ne esce Obama?
Solo per 1 intervistato su 4 la sua immagine è migliorata
A quanto pare, secondo le risultanze dell’indagine, l’immagine del presidente Obama, l’uomo che ha dato il via libera all’operazione e che ha firmato la condanna a morte del principe saudita, non ha ottenuto una particolare impennata sull’opinione pubblica mondiale. Il 45% degli intervistati ha infatti risposto che la sua immagine è “invariata” (questo anche negli USA dove tale percentuale sale al 58%), mentre il 27% ha risposto che al contrario è “migliorata” (negli USA è al 32%).
Va inoltre osservato come per il 17% è “peggiorata”. Risultati all’opposto in Pakistan dove il 51% della popolazione ritiene che l’immagine del presidente degli Stati Uniti dopo il blitz sia calata.
Per quanto riguarda gli italiani il 63% propende per un’immagine invariata, mentre per 1 nostro connazionale su 5 (21%) l’immagine di Obama ha invece fatto un balzo in avanti.
E il mondo trema:
“Aumenterà il terrorismo” dice il 38% degli intervistati
A quanto pare, l’eliminazione fisica del più pericoloso terrorista del mondo, non attenua le preoccupazioni dell’opinione pubblica mondiale: il 38% è infatti convinto che il terrorismo troverà nuovo slancio dopo l’uccisione di bin Laden, mentre solo per il 19% “diminuirà”. Un terzo (30%) degli intervistati ritiene inoltre che il fenomeno rimarrà invariato. Quindi si può affermare che solo per 1 cittadino del mondo su 5, l’azione del compound avrà un effetto benefico in rapporto al problema del terrorismo internazionale.
In Italia le preoccupazioni riflettono il trend mondiale, ovvero il 36% ritiene che il terrorismo aumenterà, il 12% che diminuirà e il 42% che il livello resterà così com’è.
A tal proposito sono i tunisini i più “pessimisti”. Per 3 su 5 infatti la reazione volgerà verso un aumento della violenza terrorista, opinione che si affianca a quella dei cinesi secondo cui “aumenterà” il 45% e del 42% dei tedeschi.
Ufficio Stampa:
Davide Ciliberti
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