L'opinione — 03 febbraio 2013

di Davide Ciliberti

Cose che capitano. Una giornata di vento e un aereo – l’unico- che finisce fuori pista. Ovviamente il fatto prende le copertine di tutti i notiziari televisivi, cartacei e web e l’immagine dell’ATR 72 Alitalia fa il giro del mondo. L’ufficio stampa dell’azienda si affretta a far sapere che il mezzo in realtà non era della compagnia di bandiera nostrana bensì della rumena Carpatair. E i mezzi d’informazione, perlomeno quelli italiani, allargano insolitamente le maglie e fanno ben filtrare la notizia. In termini di comunicazione fin qui tutto bene. Anzi, meglio del previsto, laddove quell’aereo nel momento in cui ha deciso di fare un po’ di camporella era, è e sarà Alitalia. Però l’azione sulla stampa ha fatto sì che, almeno in termini di immagine, la compagni ne esca tutto sommato pulita. Complimenti ai comunicatori, allora.

Finito tutto? Nell’ufficio stampa si stappa un prosecchino? Quel che è stato è già passato? Tanto da lì a poche ore il campionato di calcio avrebbe, come ogni fine settimana distratto i pensieri degli italiani…

Macché! La Compagnia nottetempo fa sparire la livrea tricolore…
Un po’ come il monello beccato con la marmellata che negando l’evidenza si pulisce le dita sui pantaloni, del maestro.
Sarebbe una vera notizia ora sapere chi è il talento che ha escogitato questa mossa. Propendo, per spirito di corpo verso i colleghi della comunicazione, che la decisione sia stata presa da un incauto manager, un tecnico, un capoccione, un che pensi mi.

Non posso credere che chi ha messo cotal buona pezza poi, così tanto per far qualcosa, si sia tramutato nell’indimenticato Tafazzi,  ma con in pugno un bel bottiglione di lambrusco da due litri e pieno, piuttosto che per la tradizionale bottiglia di plastica vuota.

In generale, non solo in comunicazione, si chiama effetto coda di paglia.
Funziona sempre…

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