Nuova proroga di dieci mesi in arrivo per la revisione dei veicoli per i controlli obbligatori previsti tra 10 settembre 2020 e il 30 giugno 2021. La decisione è contenuta nel Regolamento UE 2021/267 del Parlamento europeo e del Consiglio, che in forza della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dello scorso 16 febbraio scorso, entrerebbe in vigore in Italia dal 6 marzo, se non esercitata dal Governo l’opzione di non applicazione. Nella norma è infatti contenuta l’opportunità per gli Stati membri, di scegliere se applicare in parte o in toto la norma nella quale, tra le altre, è inserita la possibilità di procrastinare la scadenza della revisione obbligatoria dei veicoli. Precedentemente 23 Paesi membri su 27 hanno optato per il regolare svolgimento delle revisioni.
Confartigianato-ANARA, l’Associazione nazionale dei centri di revisione si oppone alla deroga di 10 mesi “non tanto per una questione economica (le revisioni andranno comunque eseguite al termine della proroga) – spiega il Presidente nazionale Confartigianato-ANARA – ma soprattutto per il fatto che tale ulteriore rinvio, che è già il secondo dopo quello di quest’estate, e che coinvolge ben 6 milioni di veicoli manderebbe alla sua scadenza in tilt il sistema-revisioni in Italia. Oltre ad ciò c’è poi un tema, ancora più importante, di sicurezza stradale e impatto ambientale”.
“L’ITALIA SULLE REVISIONI E’ EFFICIENTE E PREPARATA. NON SI DEROGHI SU SCADENZA OPPURE COLLASSO TRA 10 MESI”
“Si consideri - continua il Presidente nazionale dei centri di revisione – che gli oltre 9000 centri in Italia sono addirittura abbondanti rispetto ad un flusso normale, ergo non si formano lunghe code o attese; che la revisione è di fatto un’operazione drive-through, laddove il cittadino eventualmente attende il suo turno in auto e non entra a contatto con gli operatori, che i centri hanno adottato, anche a tutela dei propri staff tutte le misure igienico sanitarie (es. sanificazione auto); e che comunque auto e moto continuano a circolare ed ad essere utilizzate anche in situazione di ‘zona arancione’; quindi non si capisce perché dichiarare lo stop alle revisioni, con conseguente aumento della potenziale rischiosità di 6 milioni di veicoli che circolano sulle strade”.