PILLON: “E’ PROPAGANDA LGBTQ. INOPPORTUNO RAI LO MANDI IN ONDA”. I PUBBLICITARI: POLEMICA SURREALE, POLITICI FACCIANO POLITICI, NON I CREATIVI
Dopo il caso Esselunga ecco l’affaire-Pupa,
Uno sposo trepidante sull’altare, la sposa che si prepara. Poi l’ingresso nella Chiesa gremita di amici e parenti, fuori il diluvio, quand’ecco che poco prima delle promesse un’altra donna irrompe nella chiesa, il trucco disfatto dal temporale o, non è dato saperlo, dalle proprie lacrime. L’’altra’ chiama la sposa con un gesto della mano ed essa subito si volta, afferra quella mano ed insieme scappano verso la libertà,
Questo nei 30’ dello spot Pupa, nota casa cosmetica italiana, per Sanremo e che sta generando una grossa polemica proprio alla vigila della sua messa in onda, laddove da molti considerato inopportuno ad una visione nazional popolare e per giunta nel programma di massimo ascolto Rai, per via del modello ‘non-convenzionale’ di famiglia che propone. Anzi, addirittura oppone a quello di famiglia tradizionale, dicono alcuni.
PILLON: SPOT INDEGNO LA RAI LO CANCELLI DAL FESTIVAL. EDUCA ALL’OMOSESSUALITA’
E mentre sul web aumenta, senza estremismi invero, il dibattito il coperchio lo fa saltare l’ex-senatore Pillon che oggi si è espresso bollando lo spot come “propaganda LGBTQ che ci ammorba con queste stupidaggini. Dalla fatina di Cenerentola alle soap, dai social a Hollywood fino alle fiabe Trans a scuola, non esiste più uno spazio risparmiato dalle melensaggini più o meno gaie, tantomeno Sanremo”.
“La propaganda – continua Pillon – non mira certo a cambiare le abitudini di noi adulti semmai a normalizzare l’omosessualità per le giovani generazioni, cresciute senza identità sessuale, senza orientamento e incapaci di mettere su famiglia. I numeri non mentono, e la progressione inarrestabile della disforia di genere tra i bambini, curati poi con bloccanti della pubertà o con il coltello del chirurgo è lì a dimostrarcelo”. Secondo il leghista “si tratta di uno spot che andrebbe proiettato in fascia protetta e fuori dalla programmazione di un festival canoro, ma tanto il martellamento arriverebbe da altre fonti. Allora sapete che vi dico? Mettiamo una bella scritta, come sulle sigarette: ‘Questo spot nuoce gravemente all’identità sessuale dei giovani’. E poi la sposa scappi pure con la sua amica, e vadano insieme a farsi benedire”.
“La polemica che definisce scioccante lo spot di Pupa per Sanremo è infondata, sterile e inutile. Lo spot non ha nulla di scioccante, è un richiamo fedele al film “Il Laureato“, viene solamente sostituita la figura maschile con una femminile – così Alessia Crocini presidente dell’associazione famiglie Arcobaleno -
E’ ridicolo che in Italia e in Europa nel 2024 si possa ancora pensare che uno spot possa cambiare o condizionare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di un bambino o di una bambina. Vale la pena ricordare che quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale hanno riconosciuto il matrimonio egualitario, a breve anche la Grecia lo approverà. Solo i paesi dell’est e l’Italia non lo hanno fatto.
I PUBBLICITARI: POLEMICA SURREALE, I POLITICI FACCIANO I POLITICI, E NON I CREATIVI
“Non capisco la ragione che possa stimolare una polemica, tanto meno un’incitazione all’omosessualità – commenta la presidente di IAA International Advertising Association – Mi occupo di comunicazione da 25 anni e posso dire con certezza che questo è uno spot bello, delicato e che comunica un messaggio positivo di libertà. Oltretutto non vedo nemmeno un bacio o un atteggiamento che possa disturbare sensibilità particolari.”
“Sembra che i nostri politici, non tutti per carità non generalizziamo – interviene Davide Ciliberti esperto di comunicazione - abbiano trovato nuova linfa nel farsi pubblicità attraverso la pubblicità stessa. Cosa che evidentemente funziona visto l’attivismo di alcuni nell’accaparrarsi i riflettori mediatici anche su questo versante. Vero che in Italia siamo tutti ‘allenatori della nazionale’ però credo – continua l’esperto di pubblicità – che sarebbe meglio se i politici facessero i politici concentrandosi semmai sui problemi reali della gente, lasciando ai pubblicitari fare i pubblicitari”.
“La pubblicità è specchio di una società che cambia e non dovrebbe essere interpretata in maniera ideologica, è solo positivo il fatto che anche i creativi abbiano iniziato a raccontare una realtà non più patinata o stereotipata ma che intercetta la realtà e il cambiamento in tutte le sue sfaccettature” conclude Andrea Crocioni direttore di TouchPoint testata di riferimento del mondo della pubblicità.
PUPA E LO SPOT ‘DELLA POLEMICA’, L’AZIENDA: IN VERITA’ E’ INNO ALLA LIBERTA’ E SOLIDARIETA’ FEMMINILE
Milano, 5 febbraio 2023 - “Stiamo seguendo con sincero interesse ed anche curiosità il dibattito sorto attorno al nostro spot programmato per il Festival di Sanremo, cui da diversi anni siamo presenti come inserzionisti” così l’azienda Pupa firmataria dello spot ‘della polemica’.
“Quest’anno – spiegano dall’azienda - abbiamo chiesto ai nostri pubblicitari, l’agenzia GB22 e al direttore creativo Vicky Gitto, di elaborare un film che, in 30 secondi, celebrasse le emozioni vere con una rappresentazione della bellezza diversa dalla perfezione da copertina, cui siamo abituati”.
E così, ispirandosi e rivisitando in chiave contemporanea la famosa scena del celeberrimo film ‘Il Laureato’ (1967) – nella quale Dustin Hoffman irrompe in Chiesa urlando per impedire il matrimonio di Elaine – lo spot Pupa apre con uno sposo trepidante sull’altare. Poi l’ingresso della sposa in una Chiesa gremita di amici e parenti, fuori il diluvio, quand’ecco che poco prima delle promesse un’altra donna irrompe nella chiesa, il trucco disfatto dal temporale o, non è dato saperlo, dalle proprie lacrime. L’’altra’ chiama la sposa con un gesto della mano ed essa subito si volta, afferra quella mano ed insieme scappano verso la libertà.
Ciò a significare che una sbavatura nel trucco può essere lo specchio di un’emozione e di una bellezza interiore ben più intense della perfezione estetica che ultimamente sembra essere quasi obbligatoria.
“Ma soprattutto è un inno alla libertà e alla solidarietà tra donne. Il finale dello spot è aperto – spiegano ancora dall’azienda – non si conclude. E quindi non tratta né del pregresso che può avere portato a quel gesto e men che meno vuole trarne un finale. Anzi, lascia proprio allo spettatore, liberamente, senza vincoli o indirizzi, deciderne il finale.”
Agenzia: GB22
Ufficio stampa: Purple & Noise